Si annuncia una triste notizia che investe il mondo della scienza – in primis quella botanica – e dell’Ateneo molisano: si è spento nella sua casa di Larino il prof. Paolo Pizzolongo.
Molisano di nascita, la sua carriera accademica lo vede come ordinario di Botanica Generale presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” dal novembre 1966 fino al gennaio 1998 in qualità di Direttore sia dell’Istituto di Botanica che dell’Orto Botanico di Portici.
Molisano di nascita, la sua carriera accademica lo vede come ordinario di Botanica Generale presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” dal novembre 1966 fino al gennaio 1998 in qualità di Direttore sia dell’Istituto di Botanica che dell’Orto Botanico di Portici.
È stato un convinto e fervente sostenitore della nascita dell’Università degli Studi del Molise, ricoprendo la carica di Preside della Facoltà di Agraria negli anni in l’Ateneo era ancora in una fase pionieristica. Attivissimo nella attività di ricerca come in quella didattica, fu il primo a formare e dare una organizzazione alle collezioni botaniche nel Giardino della Flora appenninica di Capracotta (IS), nato anni prima da un’idea del prof. Valerio Giacomini.
Durante la sua carriera scientifica è stato autore di numerose pubblicazioni che spaziano in diversi settori della botanica quali Anatomia, Morfologia, Teratologia, Cariologia, Citotassonomia, Embriologia, Floristica, Vegetazione ed Ecologia vegetale.
A Lui vanno i ringraziamenti ed il riconoscimento del mondo accademico: con le sue notevoli qualità intellettive ed umane, la sua instancabile curiosità unita ad una signorilità e ad una gentilezza dei modi che lo hanno accompagnato fino agli ultimi giorni della sua vita, ha acceso in molti studenti di allora, diversi dei quali sono ora docenti universitari, il “sacro fuoco” della scienza nel rispetto di un’etica da essa imprescindibile.
Durante la sua carriera scientifica è stato autore di numerose pubblicazioni che spaziano in diversi settori della botanica quali Anatomia, Morfologia, Teratologia, Cariologia, Citotassonomia, Embriologia, Floristica, Vegetazione ed Ecologia vegetale.
A Lui vanno i ringraziamenti ed il riconoscimento del mondo accademico: con le sue notevoli qualità intellettive ed umane, la sua instancabile curiosità unita ad una signorilità e ad una gentilezza dei modi che lo hanno accompagnato fino agli ultimi giorni della sua vita, ha acceso in molti studenti di allora, diversi dei quali sono ora docenti universitari, il “sacro fuoco” della scienza nel rispetto di un’etica da essa imprescindibile.