Si sente sempre spesso parlare della tiroide e delle sue malattie. Le patologie legate alla tiroide risultano essere in continuo aumento, in particolare le malattie autoimmunitarie e il tumore tiroideo che addirittura è raddoppiato nell’ultimo decennio. Un sufficiente apporto di sale iodato è il primo e più semplice modo per consentire alla tiroide un corretto funzionamento, è condizione essenziale di prevenzione e cura.
Nel 2005 viene approvata in Italia una legge che rende semi-obbligatorio l’utilizzo del sale addizionato di iodio.
Lo iodio è costituente essenziale degli ormoni tiroidei. Un adeguato apporto alimentare di questo microelemento è indispensabile per assicurare la normale crescita e sviluppo degli organismi animali e dell’uomo.
Se il fabbisogno giornaliero di iodio – necessario per una normale attività tiroidea – non viene soddisfatto, risultano molteplici le conseguenze sulla salute (disturbi neurologici, difetti auxologici, ritardi e deficit intellettivi, aumentata prevalenza di gozzo).
Fra i punti cardine delle legge, vi è quello della periodica verifica della sua reale attuazione, particolarmente nella fascia di età corrispondente alla frequenza della scuola secondaria, ed Unimol si è mobilitata con il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute “Vincenzo Tiberio”, cattedra di endocrinologia e con il supporto diagnostico della cattedra in radiologia. Dal 2011, infatti, è riconosciuta come osservatorio regionale dell’Istituto Superiore di Sanità, Istituto scientifico deputato al monitoraggio dell’applicazione della legge.
Negli anni passati sono state visitate le scuole di Riccia, Baranello, Boiano e Carovilli, ieri è stata la volta degli Istituti comprensivi di Ripalimosani e Larino, nei prossimi mesi sarà individuata una scuola campione di Termoli e l’anno prossimo toccherà a Campobasso.
L’obiettivo dell’indagine, in accordo con autorità, scuole e medici locali, è quello di verificare, in tutta la popolazione scolare afferente alle scuole medie inferiori, in diverse aree rappresentative (urbane e rurali):
· Quale sia il tipo di sale utilizzato nella preparazione di cibi nei singoli nuclei familiari;
· Quale sia la prevalenza di patologia tiroidea, rilevata mediante ecografia;
· Quale sia l’assunzione giornaliera di iodio, rilevata mediante dosaggio della ioduria;
· Somministrazione di un questionario e valutazione clinica ed ecografica;
I dati finora ottenuti mostrano una prevalente e marcata carenza di iodio, in alcuni casi anche grave; ed ecco la necessità di proseguire e perseguire con sempre maggior forza nel progetto di screening.
Si tratta di un’indagine che riveste un’elevata importanza – ha spiegato il prof. Maurizio Gasperi, titolare della cattedra di endocrinologia – perché rappresenta non solo un’occasione di informazione per richiamare l’attenzione sull’importanza medica e sociale delle malattie della tiroide, ma anche un veicolo di sensibilizzazione dell’importanza della profilassi iodica quale mezzo di prevenzione delle diverse patologie legate alla tiroide che negli ultimi tempi stanno riguardando in maniera sempre crescente più persone anche del nostro territorio regionale.