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Proseguono le attività scientifiche e formative del progetto europeo Social Inclusion through meaningful ageing promosso nell’ambito del Consorzio Europeo SeeMe (Vrije Universiteit Brussel, University of Molise, University of Utrecht, Matia Gerontological Institute, Büro für berufliche Bildungsplanung) e che vede la prof.ssa Daniela Grignoli e la dott.ssa Margherita Di Paolo coinvolte come responsabili progettuali per l’Università degli Studi del Molise, e l’educatore sociale, Domenico Passarella, quale rappresentante per la  Casa di Riposo “Don Carlo Pistilli” partner progettuale di UniMol.

Il Progetto SeeMe – all’interno del Programma Erasmus Plus, Azione Strategica KA2 (dal 01-12-2020 al 31-08-2023) – contribuendo alla conoscenza delle persone anziane come “portatori di bisogni”, ma anche come patrimoni di risorse, intende migliorare la loro qualità di vita attraverso una migliore qualità dell’assistenza, permettendo e favorendo una maggiore inclusione sociale.

Tutto ciò, naturalmente, non può prescindere da una scelta di partenza prioritaria ed essenziale: quella di creare e favorire un adeguata e approfondita formazione agli attori coinvolti, anche attraverso occasioni di confronto e dibattito tra i partner scientifici. Ed ecco quindi spiegato il Corso di formazione pilota di 3 giorni (3-5 maggio 2022) previsto presso l’Università degli Studi del Molise.

Il Corso, a cui partecipano sia i responsabili del progetto a livello europeo sia le organizzazioni partner, è diretto a migliorare le competenze dei caregiver, facendo tesoro delle esperienze e delle peculiarità derivanti dai singoli Paesi partecipanti e partner del progetto. Un varietà di azioni partecipate e messe poi a disposizione di tutti, non solo per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e competenze, ma anche per acquisire familiarità con il toolkit di formazione già elaborato nelle fasi progettuali precedenti.

In definitiva, una tre giorni formativa orientata al raggiungimento di un duplice obiettivo finale: da un lato trasferire, ampliare e arricchire di contenuti e di metodologia di lavoro altri caregiver (formali, informali e volontari) operanti nelle proprie organizzazioni in tutta Europa; dall’altro cogliere l’opportunità per scambiarsi buone pratiche e avere un confronto interculturale su un fenomeno sociale rilevante quale quello della cura della persona anziana.