Il 29 e 30 giugno si terranno le due giornate virtuali del patrimonio immateriale organizzate dall’Università di Barcellona nel quadro del Progetto di ricerca Interreg/Prometheus “Patrimonio Inmaterial y Políticas Culturales: Desafíos Sociales, Políticos y Museológicos”.
La finalità progettuale si basa sulla necessità di prevedere e affrontare una prima riflessione, quasi emergenziale, circa gli effetti provocati dal lockdown e dal distanziamento sociale alla sfera del patrimonio immateriale e agli scenari futuri dei processi di patrimonializzazione.
Nel quadro di queste giornate tre keynote lectures sono state affidate a studiose che si sono impegnate negli ultimi anni sui temi della digitalizzazione dei patrimoni immateriali a livello internazionale: Letizia Bindi, Dorothy Noyes, Annette Viel, Ángel Blasco.
La lectio inaugurale sarà a cura di Letizia Bindi, docente di Demo-etno-antropologia all’Università del Molise, che presenterà una relazione dal titolo: “Las fiestas confinadas. Comunidades patrimoniales, prácticas colectivas y distanciamiento social”.
Su questo stesso tema la prof.ssa Bindi terrà una lectio più ampia e circostanziata anche a fine luglio nel quadro del Congresso di Antropologia Ibero-Americana (AIBR) che si sarebbe dovuto tenere ugualmente in Spagna a Barcellona e si svolgerà invece su una piattaforma virtuale.
La lectio inaugurale sarà a cura di Letizia Bindi, docente di Demo-etno-antropologia all’Università del Molise, che presenterà una relazione dal titolo: “Las fiestas confinadas. Comunidades patrimoniales, prácticas colectivas y distanciamiento social”.
Su questo stesso tema la prof.ssa Bindi terrà una lectio più ampia e circostanziata anche a fine luglio nel quadro del Congresso di Antropologia Ibero-Americana (AIBR) che si sarebbe dovuto tenere ugualmente in Spagna a Barcellona e si svolgerà invece su una piattaforma virtuale.
La prof.ssa Bindi, che è responsabile tra l’altro del Polo DiCultHer (Digital Cultural Heritage) del Molise, si occupa da molti anni di patrimoni immateriali e delle loro interazioni con le rappresentazioni e la circolazione su canali digitali e ha presentato, tra l’altro, proprio l’anno scorso i risultati delle sue ultime ricerche anche nel quadro della Conferenza Internazionale della IOV (International Organization of Folk Arts) che si è tenuta presso l’Institute for Heritage Studies dell’Università di Sharjahnegli Emirati Arabi nel quadro delle iniziative preparatorie dell’Expo 2020 “New Global Sources” (appena rinviata al 2021 a causa, appunto, dell’emergenza pandemica).