iconsUno studio, condotto da alcuni ricercatori delle Università del Molise, di Roma e Perugia, ha recentemente dimostrato che i bambini nati da madri che hanno fumato in gravidanza non sono direttamente predisposti al fumo attraverso l’assorbimento di nicotina. Al contrario, sembra che siano maggiormente propensi a fumare in età adulta a causa dell’osservazione del comportamento delle madri fumatrici nel periodo della crescita (c.d., apprendimento osservazionale). Inoltre, i ricercatori hanno rilevato che il fumo in gravidanza aumenta la probabilità di sviluppare problemi comportamentali che si manifestano, generalmente, nelle prime fasi dell’infanzia; tuttavia, il collegamento tra tali problematiche e l’abitudine al fumo in età adulta è stata dimostrato solo per i soggetti di sesso maschile.
Lo studio, condotto sulla base di una banca dati longitudinale inglese (UK BCS70), ha confermato le evidenze scientifiche che lo precedono, affermando una maggiore propensione all’abitudine al fumo dei soggetti esposti al fumo della madre durante il periodo di gestazione. Tuttavia, questa ricerca ha prodotto rilevanti elucidazioni in merito ai meccanismi attraverso i quali l’abitudine al fumo viene trasmessa da una generazione all’altra. I ricercatori concludono sollecitando ulteriori studi sulla trasmissione dei comportamenti a rischio per la salute suggerendo la necessità di implementare iniziative di prevenzione basate sul coinvolgimento delle famiglie nei cambiamenti degli stili di vita.
La ricerca è stata recentemente divulgata dal Centre for Longitudinal Studies (UK):
https://cls.ucl.ac.uk/smoking-in-pregnancy-not-directly-linked-to-childrens-later-smoking-habits-researchers-find/
Per approfondimenti, l’articolo è reperibile presso il sito della rivista Advances in Life Corse Research:
‘How much and why does the mum matter? Mechanisms explaining the intergenerational transmission of smoking,’ by M.Pasqualini, L. Pieroni and C. Tomassini