La mobilità internazionale è oggi al centro dell’attenzione degli studi e delle politiche e va assumendo sempre più un approccio multiscalare e multilivello.
Gli studenti Unimol diventano loro stessi soggetti attivi di questi flussi di mobilità, non solo attraverso la partecipazione agli scambi del programma Erasmus+ e ai tirocini all’estero, ma anche prendendo parte alle attività di cooperazione organizzate con università straniere, sia dell’Unione Europea che di Paesi terzi: un’ottima opportunità per diventare cittadini del mondo,  trovare la propria collocazione in un mercato globale e acquisire la capacità di leggere in maniera complessa i flussi e le reti che caratterizzano il mondo attuale.

In questo ambito l’Università del Molise offre percorsi innovativi di ricerca e di formazione che vanno dal turismo alle migrazioni, dalla gestione delle destinazioni ai processi di co-sviluppo, volti a costruire specifiche competenze per il governo dei flussi e per la governance nei territori che ne sono interessati.

Monica Meini, docente di Geografia umana e coordinatrice del laboratorio MoRGaNA (Mobility, Regions, Geo-economics and Network Analysis) presso il Dipartimento di Bioscienze e Territorio, da molti anni conduce studi sul rapporto tra mobilità e territorio.
In occasione del Convegno internazionale dell’Istituto ReTe “Migrazione, educazione, integrazione?”, svoltosi a Lugano a fine agosto, è stata intervistata insieme a Stefania Giannini (vicedirettrice generale Unesco con delega all’educazione, già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) nel programma culturale Diderot della Radio Svizzera Italiana.

L’intervista fa riferimento alla ricerca PRIN “L’Italia degli altri. Geografie e governance dell’immigrazione fra radicamento territoriale e reti transnazionali”, di cui è Principal Investigator, ed esprime la necessità di studiare i sistemi territoriali e i contesti locali per comprendere e sostenere i processi di integrazione.

iconsASCOLTA L’INTERVISTA