Nel 2018 l’economia molisana ha mostrato un lieve miglioramento dopo la flessione dell’anno precedente. I segnali di recupero sono stati però moderati, risentendo, come nel resto del Paese, dell’indebolimento emerso negli ultimi mesi dell’anno. La domanda interna è rimasta debole mentre la crescita delle esportazioni, dovuta soprattutto al settore dell’automotive, ha contribuito solo in misura limitata alla dinamica del prodotto, data la ridotta apertura ai mercati esteri dell’economia regionale.
Le imprese. – L’attività del settore industriale è tornata a crescere. Fra le imprese con sede in regione e con almeno 20 addetti, quelle con un fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che hanno rilevato un calo; la spesa per investimenti si è invece ridotta. Nel settore delle costruzioni emergono segnali sfavorevoli; l’attività produttiva del comparto residenziale continua a risentire dell’elevato volume di immobili invenduti, nonostante il miglioramento del mercato immobiliare. L’attività dei servizi è moderatamente cresciuta, grazie soprattutto alla ripresa delle presenze turistiche in regione.
I risultati reddituali delle imprese, seppure in lieve diminuzione, si sono mantenuti elevati e le condizioni di liquidità sono rimaste distese. I prestiti bancari sono diminuiti in tutti i principali settori, risentendo, nella seconda parte dell’anno, dell’indebolimento della domanda e della lieve restrizione delle condizioni di offerta.
Il mercato del lavoro. – Il numero di occupati è aumentato; ne ha beneficiato la componente maschile e l’occupazione alle dipendenze, sospinta soprattutto dalle assunzioni a tempo indeterminato. A differenza del Paese, tuttavia, i livelli occupazionali in regione restano ben al di sotto di quelli precedenti la crisi. La disoccupazione è diminuita, soprattutto tra i più giovani, ma continua a essere più elevata della media nazionale.
Le famiglie. – Il reddito disponibile delle famiglie ha ripreso a crescere, beneficiando del miglioramento del mercato del lavoro; i consumi sono però rimasti pressoché in linea con i livelli dell’anno precedente.
L’indebitamento delle famiglie resta contenuto nel confronto con l’Italia e il Mezzogiorno. Le erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni sono cresciute, in connessione con il miglioramento del mercato immobiliare. Seppure in attenuazione, è proseguito il ricorso alle surroghe e sostituzioni di mutui stipulati in passato, che ha consentito alle famiglie di beneficiare di consistenti riduzioni del costo del debito. Il credito al consumo è ancora cresciuto, seppure in misura più lieve rispetto all’anno precedente. Tra gli strumenti di risparmio, è proseguito l’incremento dei depositi bancari mentre si è interrotta la prolungata espansione delle quote dei fondi comuni di investimento.
Il mercato del credito. – Come nel resto del Paese, gli sportelli bancari in regione sono ancora diminuiti, in presenza di un crescente utilizzo da parte della clientela dei canali di accesso telematico ai servizi bancari. Nell’ambito dei servizi di pagamento, l’uso del contante si è progressivamente ridotto a beneficio degli strumenti alternativi, rimanendo tuttavia più elevato rispetto alla media nazionale.
Il credito bancario al complesso dell’economia molisana è rimasto stabile, a fronte del moderato incremento rilevato in Italia e nel Mezzogiorno. Gli indicatori della qualità dei finanziamenti si sono attestati su livelli analoghi a quelli dell’anno precedente e pressoché in linea con i valori pre-crisi.
La finanza pubblica. – Nel 2018 la spesa pubblica delle Amministrazioni territoriali molisane ha registrato una diminuzione che ha riguardato la componente corrente; la spesa in conto capitale è invece aumentata grazie all’incremento degli investimenti.
Le entrate si sono ridotte sia nella componente corrente sia in quella in conto capitale; sulle entrate dei Comuni ha continuato a pesare una contenuta capacità di riscossione. La pressione fiscale degli enti territoriali sulle famiglie è rimasta sostanzialmente stabile su un livello superiore rispetto alla media delle regioni a statuto ordinario; vi hanno influito gli inasprimenti di imposta connessi al riequilibrio dei conti in ambito sanitario.
All’inizio del 2018 gli enti territoriali del Molise hanno evidenziato, nel complesso, un disavanzo di bilancio, in larga misura imputabile alla Regione; sugli equilibri di bilancio dei Comuni hanno influito, come nel resto del Paese, i rilevanti accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità. L’indebitamento delle Amministrazioni locali è ancora diminuito; tuttavia, tenendo conto anche delle passività verso le altre Amministrazioni pubbliche, il livello del debito pro capite rimane al di sopra di quello delle Amministrazioni locali italiane.
Le imprese. – L’attività del settore industriale è tornata a crescere. Fra le imprese con sede in regione e con almeno 20 addetti, quelle con un fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che hanno rilevato un calo; la spesa per investimenti si è invece ridotta. Nel settore delle costruzioni emergono segnali sfavorevoli; l’attività produttiva del comparto residenziale continua a risentire dell’elevato volume di immobili invenduti, nonostante il miglioramento del mercato immobiliare. L’attività dei servizi è moderatamente cresciuta, grazie soprattutto alla ripresa delle presenze turistiche in regione.
I risultati reddituali delle imprese, seppure in lieve diminuzione, si sono mantenuti elevati e le condizioni di liquidità sono rimaste distese. I prestiti bancari sono diminuiti in tutti i principali settori, risentendo, nella seconda parte dell’anno, dell’indebolimento della domanda e della lieve restrizione delle condizioni di offerta.
Il mercato del lavoro. – Il numero di occupati è aumentato; ne ha beneficiato la componente maschile e l’occupazione alle dipendenze, sospinta soprattutto dalle assunzioni a tempo indeterminato. A differenza del Paese, tuttavia, i livelli occupazionali in regione restano ben al di sotto di quelli precedenti la crisi. La disoccupazione è diminuita, soprattutto tra i più giovani, ma continua a essere più elevata della media nazionale.
Le famiglie. – Il reddito disponibile delle famiglie ha ripreso a crescere, beneficiando del miglioramento del mercato del lavoro; i consumi sono però rimasti pressoché in linea con i livelli dell’anno precedente.
L’indebitamento delle famiglie resta contenuto nel confronto con l’Italia e il Mezzogiorno. Le erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni sono cresciute, in connessione con il miglioramento del mercato immobiliare. Seppure in attenuazione, è proseguito il ricorso alle surroghe e sostituzioni di mutui stipulati in passato, che ha consentito alle famiglie di beneficiare di consistenti riduzioni del costo del debito. Il credito al consumo è ancora cresciuto, seppure in misura più lieve rispetto all’anno precedente. Tra gli strumenti di risparmio, è proseguito l’incremento dei depositi bancari mentre si è interrotta la prolungata espansione delle quote dei fondi comuni di investimento.
Il mercato del credito. – Come nel resto del Paese, gli sportelli bancari in regione sono ancora diminuiti, in presenza di un crescente utilizzo da parte della clientela dei canali di accesso telematico ai servizi bancari. Nell’ambito dei servizi di pagamento, l’uso del contante si è progressivamente ridotto a beneficio degli strumenti alternativi, rimanendo tuttavia più elevato rispetto alla media nazionale.
Il credito bancario al complesso dell’economia molisana è rimasto stabile, a fronte del moderato incremento rilevato in Italia e nel Mezzogiorno. Gli indicatori della qualità dei finanziamenti si sono attestati su livelli analoghi a quelli dell’anno precedente e pressoché in linea con i valori pre-crisi.
La finanza pubblica. – Nel 2018 la spesa pubblica delle Amministrazioni territoriali molisane ha registrato una diminuzione che ha riguardato la componente corrente; la spesa in conto capitale è invece aumentata grazie all’incremento degli investimenti.
Le entrate si sono ridotte sia nella componente corrente sia in quella in conto capitale; sulle entrate dei Comuni ha continuato a pesare una contenuta capacità di riscossione. La pressione fiscale degli enti territoriali sulle famiglie è rimasta sostanzialmente stabile su un livello superiore rispetto alla media delle regioni a statuto ordinario; vi hanno influito gli inasprimenti di imposta connessi al riequilibrio dei conti in ambito sanitario.
All’inizio del 2018 gli enti territoriali del Molise hanno evidenziato, nel complesso, un disavanzo di bilancio, in larga misura imputabile alla Regione; sugli equilibri di bilancio dei Comuni hanno influito, come nel resto del Paese, i rilevanti accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità. L’indebitamento delle Amministrazioni locali è ancora diminuito; tuttavia, tenendo conto anche delle passività verso le altre Amministrazioni pubbliche, il livello del debito pro capite rimane al di sopra di quello delle Amministrazioni locali italiane.
Questi i temi, con dovizia di dettagli, dati, analisi e comparazioni, oltreché gli interventi e le relazioni degli esperti, discussi e affrontati nel corso della presentazione della pubblicazione – curata dalla Banca d’Italia, Filiale di Campobasso – L’economia del Molise che, come ormai consuetudine degli ultimi anni, si terrà all’Università del Molise, a partire dalle ore 16.30, nell’Aula Magna “Vincenzo Cuoco” del Dipartimento Giuridico, in viale Manzoni a Campobasso.