L’Ottocento del Positivismo, dell’età eroica della scienza e del metodo sperimentale, ha da sempre avuto un lato umbràtile molto spesso trasfigurato in termini letterari e condiviso dalla medicina, dall’antropologia, dalla giurisprudenza, dalla sociologia allora fra loro strettamente correlate.
Lo si vede bene nel volume collettaneo La donna delinquente e la prostituta, a cura di Liliosa Azara e Luca Tedesco, docenti di Storia contemporanea presso l’Università di Roma Tre, che martedì 10 dicembre, alle ore 10.00, saranno ospiti dell’Università degli Studi del Molise. La presentazione del volume già ricordato, organizzato dalla Biblioteca di Ateneo, si svolgerà martedì 10 dicembre, alle ore 10.00, presso la Sala Enrico Fermi, in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia.
L’argomento trattato, infatti, non può che richiamare una quotidianità violenta nei confronti delle donne, nella quale sembrano sopravvivere ancora, anche sotto la formula subdola della battuta di spirito, stereotipi di genere che provengono da un percorso storico e scientifico ben definito. Nel XIX secolo, i progressi dettati dal Positivismo e dal metodo sperimentale finiscono per disegnare, oltre a innegabili avanzamenti, un crinale che all’occhio della contemporaneità appare obliquo, ricco di coni d’ombra, di inesattezze e, quel che è peggio, che si dimostra spesso in piena sintonia con la misoginia, più o meno dichiarata, che caratterizzava in negativo parte della società borghese e progressista del XIX secolo.