41.000 ettari di bosco colpiti; 8,6 milioni di metri cubi abbattuti che sono circa 7 volte la quantità di legname ad uso industriale che le segherie italiane riescono a lavorare in un anno. Questa è stata la tempesta Vaia che a fine ottobre ha colpito i boschi delle Alpi centro-orientali italiane.
Il singolo più grande fenomeno di danneggiamento del patrimonio forestale mai registrato in Italia, oltre a tutto localizzato in quella parte d’Italia dove abbiamo i boschi con maggiori stock di legname e con la più alta produttività di foreste, senza dimenticare il fondamentale valore ambientale e turistico di boschi nel cuore di molti italiani: Paneveggio, Cansiglio, Val Visdende, l’Agordino, la Val di Fiemme, l’Altopiano di Asiago…
Ma la tempesta Vaia è qualcosa di più: è l’occasione per verificare la capacità di reazione della pubblica amministrazione, dei proprietari forestali, delle imprese, della società civile di fronte ad un
evento unico che però certamente, quando e dove non sappiamo, si ripeterà nel futuro. Siamo in grado di valutare i danni, di ripulire e rigenerare i boschi danneggiati, di non sprecare quell’enorme massa di legname che, nostro malgrado, abbiamo disponibile?
Il convegno offrirà una possibilità di confronto sulla tempesta Vaia, ma anche sul futuro incerto dei boschi e dell’economia forestale italiana.
“Vaia: insegnamenti, prospettive e monitoraggio” il tema della terza sessione che vedrà il Prof. Marco Marchetti, Ordinario di Assestamento Forestale e Silvicoltura, Prorettore Vicario di UniMol e Presidente della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale relazionare su Disturbi, monitoraggio e ritorno del bosco.